LA STORIA DEL GIN
Il Gin è una bevanda aromatizzata al Ginepro che ha origine nell’epoca delle grandi esplorazioni compiute dalla Compagnia delle Indie Orientali. Come quasi tutti i distillati alcolici, il Gin nasce come medicinale in grado di curare i soldati inglesi, ma il suo particolare sapore lo trasforma in poco tempo in una bevanda a tutti gli effetti ottenendo, intorno al ‘700, una popolarità a livello mondiale. Nonostante l’aroma predominante sia legato alla macerazione delle bacche di ginepro, in commercio esistono altre tipologie di Gin caratterizzati da diverse ricette e processi di distillazione, che rendono questa antica bevanda liquorosa particolarmente ricca di sfumature preziose.
Le caratteristiche
del Gin
Il Gin è il risultato della doppia distillazione dell’alcool etilico che, dopo essere stato aromatizzato con le bacche di ginepro, viene imbottigliato ad almeno 37,5% vol.
Le caratteristiche che fanno di questo distillato il rinomato Gin sono state descritte in modo minuzioso nell’articolo 144 dell’Ordinanza emanata dal DFI (Dipartimento Federale dell’interno), in cui il distillato aromatizzato al ginepro viene definito come “la bevanda spiritosa al ginepro ottenuta dall’aromatizzazione di alcool etilico di origine agricola, avente le caratteristiche organolettiche appropriate, con bacche di ginepro (Juniperus communis L.) e altre sostanze aromatizzanti naturali o estratti naturali di aromi. Il sapore delle bacche di ginepro deve rimanere predominante.”
Il Gin è dunque una bevanda aromatizzata mediante l’utilizzo dei cosiddetti “botanicals”, ovvero un insieme di erbe e spezie usate per offrire all’alcool il sapore desiderato. I principali “botanicals” che caratterizzano il Gin sono:
il ginepro, che per legge non può assolutamente mancare e deve definire in modo netto il sapore della bevanda;
i semi di coriandolo, una spezia che conferisce un sapore più o meno speziato alla bevanda in base alla sua origine, di fatto i semi che provengono dal Marocco sono più pepati mentre quelli che provengono dall’Europa dell’est sono caratterizzati da un retrogusto di fiori e agrumi;
le radici di Angelica, una pianta biennale della famiglia delle Apiaceae, che conferisce alla bevanda un aroma di terra e muschio;
la scorza di agrumi che, pur non essendo presente in tutti i Gin, è utilizzata soprattutto nei prodotti di prestigio come il Plymouth e il Beefeater; generalmente vengono usate le bucce dei limoni o delle arance.
I “botanicals” sopraelencati sono solo alcuni dei più usati per aromatizzare l’alcool del Gin, tuttavia esistono numerosi altri aromi (noce moscata, cannella, liquirizia, cardamomo, mandorle) che offrono, ai diversi Gin presenti in commercio, gusti completamente diversi e unici.
Le tipologie di Gin
La Comunità Europea ha individuato quattro diverse tipologie di bevande aromatizzate al ginepro.
Si parla di Gin quando gli aromi vengono infusi direttamente nello spirito che abbia un valore alcolico di almeno il 96% del volume, senza che avvenga la doppia distillazione, per poi imbottigliare il prodotto finale rispettando il rapporto alcol/volume che deve essere di almeno il 37,5%.
Il Gin distillato è il risultato della doppia distillazione dello spirito con il 96% di valore acolico, aromatizzato con le bacche di ginepro e altri aromi (“botanicals”). Il Gin distillato deve essere caratterizzato da un rapporto alcol/volume pari ad almeno il 37,5% e, prima di essere imbottigliato, può essere diluito con l’acqua o rinforzato con altro alcol.
Il London Gin è la terza tipologia di bevanda aromatizzata al ginepro individuata dalla CEE ed è molto simile al Gin distillato, infatti anche questa bevanda alcolica prevede una doppia distillazione dello spirito con un valore alcolico di almeno il 96% del volume, tuttavia per la produzione di London Gin non è consentito usare altri aromi. La fase di infusione e macerazione dei “botanicals” non deve superare le 24 ore, mentre la fase di ridistillazione deve avvenire in un’unica seduta. Il London Dry Gin è la versione più dolce della bevanda al ginepro, che viene addolcita con l’aggiunta di 0,1 g/l di dolcificante.
La quarta tipologia di bevanda è lo spirito aromatizzato al ginepro che viene prodotto con l’aggiunta di aromi naturali e che deve essere imbottigliato rispettando un rapporto alcol/volume pari ad almeno il 30%.
La storia del Gin
Il Gin è una bevanda alcolica che ha fatto la sua comparsa in Olanda, intorno al 1600, quando un medico dell’università di Leda, Francisco Della Boe, inventò il suddetto distillato proponendolo come medicinale in grado di curare i soldati che si ammalavano durante le spedizioni nelle Indie Orientali.
Ben presto questo distillato divenne molto apprezzato, soprattutto oltre la Manica dove cominciò la produzione di Gin. Il successo che investì questo e altri distillati (es. il Cognac) portò, nel 1690, Guglielmo III di Orange a vietare l’importazione di prodotti stranieri con lo scopo di favorire la produzione di quelli nazionali. Inoltre, in quel periodo, vi era una sovrabbondanza di cereali che, in questo modo, potevano essere impiegati nelle distillerie.
La produzione di Gin crebbe in maniera considerevole, spingendo i proprietari delle distillerie ad integrare i salari dei dipendenti con quantitativi più o meno importanti di Gin. Tutto ciò ebbe delle conseguenze sociali disastrose, che causarono l’incremento dell’alcolismo che, a sua volta, provocò gravi problemi di ordine pubblico e di sicurezza.
Per porre rimedio a questa importante problematica sociale, il governo Inglese emise un provvedimento conosciuto come “Gin Acts” che comprendeva cinque leggi tra le quali l’innalzamento delle tasse della distillazione del Gin a 50 sterline. Purtroppo, i provvedimenti voluti dal primo ministro inglese Robert Walpole non produssero gli effetti sperati.
Testo dal sito https://cocktailsguide.it/
LA STORIA DEI JEANS
Al giorno d’oggi il jeans è il capo d’abbigliamento più venduto e più richiesto nel mondo, perché viene apprezzato e indossato da qualsiasi classe e ceto sociale, età e sesso, diventando così un’icona immortale della moda casual.
Ma i jeans, come molti pensano, non sono nati in America, ma in Italia.
La loro prima apparizione, infatti, avviene nella città di Genova a cavallo del XV e del XVI secolo, e più esattamente nel porto antico della città ligure, dove questa particolare tela di colore blu veniva lavorata e usata per la fabbricazione delle vele delle navi, grazie alla sua resistenza, duratura e facilità di lavaggio.
Il termine Blue Jeans ha origine dal francese Blue de Genes, che significa Blu di Genova.
Successivamente a causa delle grandi emigrazioni di inizio ‘800, la tela blu di Genova sbarcò in America dove venne impiegata per creare abiti da lavoro per i minatori, proprio per la sua resistenza. Ed è proprio negli Stati Uniti che il nome originario si trasformò in Blue Jeans, grazie a un’inevitabile trasformazione fonetica, che fece sì che al termine “jeans” si applicasse la pronuncia inglese.
In origine, si utilizzava l’espressione “blue jeans” perchè questo tessuto era generalmente di colore azzurro. Col passare del tempo, questa tela si produsse in varie tinte e si iniziò ad usare solo la parola “jeans”e il fenomeno porto ad un’evoluzione della moda nel mondo.Il termine jeans, infatti, veniva utilizzato non tanto per identificare il caratteristico tessuto ma per definire un innovativo modello di pantaloni.
Fu nel 1873 che nacque il primo jeans Denim grazie all’intuizione di Levi Strauss, un imprenditore che produceva grembiuli da lavoro in un piccolo laboratorio di San Francisco che, con l’aiuto dell’amico sarto Jacob Davis, ideò il primo modello di jeans particolarmente indicato per i minatori proprio per la sua resistenza agli urti e alle intemperie, unendo alla robustezza del tessuto la resistenza delle cuciture rinforzate. Idea, quest’ultima, del suo amico Davis.
Ma perché Denim?
Denim è il nome del particolare tessuto proveniente dalla Provenza, precisamente “da Nimes”, in francese “de Nimes”, che Levi Strauss utilizzava per produrre i suoi pantaloni rivoluzionari. Ed ecco il perché di questo nome. Un nome che in tutto il mondo è ormai conosciuto come jeans.
E fu così che grazie a Mister Strauss esplose in tutto il mondo il fenomeno dei jeans, che in poco tempo divenne un capo d’abbigliamento irrinunciabile utilizzato da militari, truppe garibaldine, attori cinematografici (Marlon Brando e James Dean su tutti), studenti universitari, facendo quindi il suo ingresso nel magico mondo della moda.
Dagli anni ’50, le icone della musica e del cinema iniziarono ad indossare sempre di più i jeans, portandoli in voga in tutto il mondo.
Oggi i pantaloni in Denim, chiamati ormai da tutti solamente Jeans, sono uno dei pezzi d’obbligo nel guardaroba di adolescenti e adulti e vengono indossati in molti modi. Grazie alla loro versatilità, possono diventare comode mise da lavoro, sexy e da uscita come per esempio gli skinny jeans e le minigonne in denim, oppure un semplice capo estivo quando sono tagliati da lunghi a shorts.
Con il tempo si sono moltiplicati i modelli di jeans: a campana, a tubo o sigaretta, attillato, a cavallo alto, a cavallo basso, con zip e con bottoni, così come sono cambiati i colori sfruttando tantissime tonalità.
Dagli anni ’90 hanno prese piede le “versioni vissute” del jeans: delavè, bucati, strappati, arricchiti da pietre, secondo le fantasie degli stilisti. Il jeans è un capo che si lascia strappare, rammendare e arricchire pur non perdendo il suo fascino.
QUALCHE CURIOSITA'
SUI JEANS
primi jeans prodotti da Levi Strauss furono di un colore marroncino cachi; una volta terminata questa stoffa gliene fu spedita una del classico colore blu dei blue jeans.
Giuseppe Garibaldi, che già era stato un marinaio nella Superba, durante lo sbarco dei mille a Marsala indossò come molti dei suoi garibaldini un paio di “genovesi”, oggi conservati a Roma presso il Museo centrale del Risorgimento all’interno del Vittoriano.
Nella primavera del 1951 il cantante e attore Bing Crosby, che amava i jeans in denim e se ne vestiva nel tempo libero, si presentò, al termine di una battuta di caccia nei boschi della Columbia Britannica, così vestito con un suo amico in un hotel di lusso di Vancouver, per chiedere una camera, ma il portiere obiettò che, presentandosi in jeans, non si poteva pretendere di alloggiare in quell’albergo. Solo grazie ad un fattorino, che aveva riconosciuto il crooner più celebre d’America poté farsi la doccia. L’episodio diventò però di pubblico dominio e il 30 giugno dello stesso anno il cantante ricevette nel proprio ranch di Elko, nel Nevada, in occasione di un rodeo, in omaggio dalla Levi Strauss: un tuxedo (cioè uno smoking, come è chiamato in America) doppiopetto confezionato su misura in tessuto denim blu scuro, con risvolti in azzurro. L’etichetta, più grande, cucita all’interno della giacca, diceva invece: “Tuxedo Levi’s. Attenzione: al personale di tutti gli hotel. Questa etichetta garantisce al suo portatore di essere convenientemente ricevuto e registrato, con cordialità e ospitalità, in ogni momento e in qualsiasi condizione. Rilasciato a Bing Crosby. Firmato:l’Associazione degli albergatori americani”. Oggi quello smoking è esposto al Northeastern Nevada Museum di Elko.
In America i jeans sono stati indossati come capo alla moda solo dagli anni ’80 in poi. Prima non era consentito andarci al ristorante e venivano indossati solo nei fine settimana come capo sportivo. Il passaggio dei jeans da pantalone da lavoro a prodotto di moda, diventando un prodotto di culto, è stato un evento davvero unico. Sono per molti il simbolo dell’identità dell’America, dell’idea del sogno americano e dei suoi motti come “destino manifesto” e “libertà” e “avventura”.[senza fonte]
A Genova, a ricordo della nascita del tessuto, nel novembre 2004 è stato disegnato dagli studenti del Liceo Artistico “Nicolò Barabino” e realizzato da quelli dell’Istituto Professionale “Duchessa di Galliera”, un pantalone “blu di Genova” di dimensioni da Guinness dei primati, alto 18 metri, confezionato con seicento paia di vecchi jeans ed issato su un’alta gru del porto antico di Genova.
FRASI FAMOSE SUI JEANS
I jeans hanno fatto la storia di intere generazioni e rappresentano l’icona dell’abbigliamento casual per eccellenza. Di seguito vi presentiamo una selezione di frasi, citazioni e aforismi sui jeans. Conosci anche tu una frase famosa sui jeans? Vuoi inventare una frase dedicata ai jeans? Mandaci le tue proposte e le pubblicheremo sui nostri social.
Vorrei aver inventato i blue jeans: la cosa più spettacolare, più pratica, più comoda e disinvolta. Hanno espressione, modestia, sex appeal, semplicità − tutto ciò che desidero per i miei vestiti.
(Yves Saint Laurent)
Voglio morire con i miei blue jeans addosso.
(Andy Warhol)
I jeans rappresentano la democrazia nella moda.
(Giorgio Armani)
Sono come ogni altra donna: un armadio pieno di vestiti, ma nulla da mettere: così indosso i jeans.
(Cameron Diaz)
… e altri ne seguiranno.
CANZONI CON LA PAROLA JEANS NEL TESTO
Di seguito una selezione di frasi di canzoni celebri contenenti la parola jeans.
“Blue jeans, white shirt,
Walked into the room you know
You made my eyes burn“.
Lana Del Rey – Blue Jeans
“Noi siamo i giovani con i blue jeans
Noi siamo i giovani si si si si
Noi balliamo il rock n roll
Noi balliamo il twist
E non vogliamo andare in guerra”.
Elio e le storie tese – Noi siamo i giovani (con i blue jeans)
“Come Kurt Cobain, fumo Marlboro Red
Lei si sfila i jeans, poi li sfila a me
Lancio i soldi in aria, anche oggi sono il re”.
Sfera Ebbasta – Ricchi x sempre (2018)
“Gira tutto intorno e non mi arrendo e non ti arrendi
In quale piega dei tuoi jeans
A quale sguardo hai detto sì”.
Gianna Nannini – Voglio fare l’amore – (1988)
“Lampi di luce, al collo una croce
La dea dell’amore si muove nei jeans
Culi e catene, assassini per bene”.
Jovanotti – Mi fido di te (2005)
“Gli anni di che belli erano i film
Gli anni dei Roy Rogers come jeans
Gli anni di qualsiasi cosa fai”.
Max Pezzali – Gli anni (1995)
LIBRI CON LA PAROLA JEANS NEL TESTO
“Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo consequat. Duis aute irure dolor in reprehenderit in voluptate velit esse cillum dolore eu fugiat nulla pariatur. Excepteur sint occaecat cupidatat non proident, sunt in culpa qui officia deserunt mollit anim id est laborum.”
FILM CON I JEANS PROTAGONISTI
Il primo idolo del cinema a portare sul grande schermo i jeans è stato James Dean che, insieme alle sue giacche di pelle e capelli “impomatati” ha reso una vera e propria icona il pantalone in denim. La moda così dilagò specialmente nei ragazzi che imitavano le movenze e l’abbigliamento dell’icona hollywoodiana. Anche le ragazze ebbero presto il proprio modello da seguire: niente meno che una delle donne più belle del cinema, Marilyn Monroe, indossava infatti nel film Gli Spostati dei jeans con taglio un molto simile al moderno “boyfriend”.
Tra le immagini cinematografiche che più si ricordano, segnaliamo i Blue Jeans e maglietta bianca… La divisa di James Dean in Gioventù bruciata. Il mitico James qui indossa un paio di jeans color blu scuro accompagnati da una giacca a vento rossa, t-shirt bianca e sigaretta.
Marlon Brando nel film Il selvaggio (pellicola che ebbe un grande successo, e definì il modello estetico del “bad boy”) indossa i jeans neri Levi’s 501 button fly (cioè con i bottoni e non con la cerniera lampo) da in sella ad una potente motocicletta con giubbino di pelle nera Schott NYC Perfecto 618, maglietta bianca.
Grazie anche alla loro pettinatura moderna con la brillantina, questi personaggi diventano un’icona dell’immaginario giovanile. In questo periodo le aziende produttrici si impegnano a pubblicizzare il prodotto e a rimuovere in qualche modo quell’associazione negativa tra jeans e il mondo eversivo delle subculture giovanili che li rendevano non accettabili agli occhi delle fasce medie, borghesi dei consumatori.
Un altro film in cui il jeans contribuì all’immagine dei suoi protagonisti fu Grease: ricordiamo infatti la divisa dei T-Birds, il gruppo di amici di Danny Zuko, con pantaloni di jeans, giacca di pelle e brillantina sui capelli che da sempre è un vero classico nella moda. Grazie a questo musical, John Travolta diventò un vero e proprio idolo dei teenager di tutto il mondo insieme a Olivia Newton-John e il loro stile anni ’50 rimane ancora oggi un’icona nell’immaginario comune.
Negli anni ’80, i jeans erano parte integrante dell’outfit di due eroi del cinema di quegli anni: Marty Mc Fly e Pete “Maverick” Mitchell. Per i pochi che non sanno chi sono, il primo è il protagonista della trilogia di Ritorno Al Futuro interpretato da Michel J. Fox, in cui l’abbinamento pantaloni in denim, giacchetta di jeans con sopra il piumino senza maniche rosso è diventato una vera e propria icona del cinema. Così come i jeans abbinati alla giacca di pelle e ai Rayban a goccia di Tom Cruise nei panni del pilota Maverick nel film Top Gun.

